Inzaghi prepara la sinfonia turca

Sabato 10 giugno andrà in scena la partita più importante dell’anno in casa Inter. Solo pochi mesi fa era impensabile che la squadra guidata da Simone Inzaghi potesse raggiungere l’obiettivo di giocarsi la Champions League in finale contro il Manchester City (data da molti come possibile vincitrice già ad inizio anno). Ma se com’è giusto che sia i nerazzurri sono consapevoli dell’enorme potenziale dei rivali inglesi, dall’altra parte c’è la convinzione di poter fare bene in gara secca e poter sfruttare quei pochi (pochissimi) punti deboli dello scacchiere di Pep Guardiola.

I dubbi di Simone

Se per il pacchetto difensivo sembra tutto deciso da mesi (Darmian, Acerbi e Bastoni danno più garanzie degli altri davanti ad Onana), è dal centrocampo in su che sorgono i primi ballottaggi: meglio partire con il dinamismo di Mkhitaryan o affidarsi al più che ritrovato Brozović in cabina di regia? Dimarco o Gosens per arginare la spinta offensiva di Walker? E poi, il grande dilemma…meglio Lukaku in versione contiana o affidarsi al sempre pronto Dzeko capace di incidere come pochi nei match che contano?

Dubbi, dubbi, dubbi…martellanti dubbi, dubbi, dubbi, dubbi. Nella testa (e nelle orecchie) rimbomba il singolo di Marracash. Ma il tempo a disposizione è sempre meno.

Sogno vs ossessione

La storia si ripete. L’Inter nel 2010 affronta in semifinale il Barcellona dei marziani condotti (casualmente?) dallo stesso Guardiola. I nerazzurri guidati da un sogno, quello di portare a Milano la coppa dalle grandi orecchie dopo 45 lunghi anni d’attesa. Dall’altra parte, l’ossessione dei blaugrana di trionfare a Madrid, a casa dei loro più grandi rivali.

Il finale lo conosciamo tutti.

Il re delle coppe si prepara a comporre l’ultima sinfonia per entrare di diritto nella storia del club. Lì dove pochi sono riusciti. Lì dove non c’è spazio per le comparse.

In bocca al lupo Inter.